Un pedazo de tierra entres dos gigantes. Questo é Uruguay, una piccola pianura tra l´infinito Brasile portoghese e la sterminata Argentina spagnola. Un triangolo di terra geográficamente strategico sulla sponda Nord del rio della Plata, porto commerciale dell`America latina. Gli inglesi duecento anni fa ne capirono l´importanza e “tutelarono” i neonati uruguagi dalle pretese colonialiste di Portogallo e Spagna. In cambio chiesero il controllo del porto, buoni affaristi questi inglesi.
Oggi gli uruguagi sono solo quattro milioni e la metá vive nella asettica capitale Montevideo. Le lande sono invece lasciate al pascolo a dodici milioni di mucche, simbolo ed economia del paese. Io ho chiacchierato molto di politica con Guillermo, simpatico albergatore sulla spiaggia di Cabo Polonio. Mi ha raccontato il suo paese, liberista ed evoluto, specie sui temi difficili quale la legalizzazione delle droghe leggere, le unioni omosessuali e la legge sull´aborto. Aborto qui legale, al contrario della maggior parte dei paesi Sud americani. Mi ha parlato di un Uruguay non monopolizzato dal cattolicesimo e mi ha fatto ascoltare i leggendari discorsi dell´ex presidente Mujika.
In quelle parole ho percepito il desiderio di un popolo di trovare una nuova via, non obligatoriamente uguale alla soluzione consumistica occidentale. Mujika parlava di ricerca della felicitá come fine ultimo della nostra breve vita.
Alle mie spalle tanta Argentina e alla porta bussa giá il Brasile. Saluto questo verde e moderno Uruguay e perché no, al Mondiale potrei tifare per loro. Per l`umiltá caparbia e illuminata dei piú piccoli.