Tappa indonesiana..articolo pubblicato su Cyclemagazine.it

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E’ il gallo a svegliarci con il suo chicchirichì prolungato e troppo mattutino. Ho dormito per terra, sopra un tappeto mussulmano nella casa ristorante di una gentile famiglia indonesiana che ieri si è offerta per ospitarci. Mi alzo indolenzito ma riposato, mi lavo la faccia nella vasca d’acqua in cortile che si riempie quando piove e mi vesto da bici con la maglietta sporca e sudata del giorno prima, insomma sembra un’altra giornata da coraggiosi! Dribbliamo l’ennesima colazione piccante a favore di qualche biscotto e caffè, salutiamo i nostri generosi magnati e siamo in sella.
Dopo tre giorni di colline e paludi oggi ci aspetta la montagna, la salita vera. Stiamo attraversando Sumatra dalla costa Est alla costa Ovest e dopo 10.000 chilometri già pedalati da Ravenna, ci sentiamo pronti per questo nuovo valico ad alta quota. Una donna con il velo lava i panni in un ruscello vicino a casa, un giovane indiano carica i pesanti grappoli della palma da olio, decine di uomini magri scolpiscono la roccia a bordo strada a suon di martello e piccone ricordandomi i lavoratori forzati. Mi sento un privilegiato nella mia scelta libera di pedalare il mondo.
Dieci, venti, trenta chilometri e la strada sale, sale impietosa, sale senza sosta, sale irregolare, sale bagnata, sale e basta. Io sudo, lotto, divoro qualsiasi cibo, poi mi alzo sui pedali, impreco a volte e mi motivo a seconda del tornante o del pensiero che mi passa in testa. Mi giro indietro, guardo Marco negli occhi, è stanco come me, fuori uso, ciondolante e aggrappato al manubrio come al proprio destino, dietro la curva forse la discesa.
Il cuore è un pistone impazzito, i polpacci sono roccia pronti a creparsi e il fiato è vento di burrasca che non trova ossigeno.

Bicicletta e montagna, semplicemente montagna e bicicletta.
Le mie sensazioni sono un miscuglio di fatica e trionfo, sfida e motivazione, perso nell’eterna domanda se restare o andare. Il limite oggi è la linea immaginaria dell’equatore, il parallelo zero. Il limite oggi e sempre è la mia mente, la linea di traguardo che ci poniamo negli obiettivi.
Oggi, stremato, ho deciso di fare una pedalata ancora, di superare il mio limite, di oltrepassare l’equatore, di arrivare un po’ dopo, perchè è curioso, ma è il Cuore a farmi andare sempre oltre la mente.
E di là la mia anima Sola.

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