Segni di Amore nel deserto

Deserto quando ti incontro tremo. Mi intimorisci ma non mi fermi, ho bisogno di attraversarti e di conoscermi. E’ sparito anche l’unico albero così come la mia ultima e inutile sicurezza. L’erba gialla e morta è l’estremo confino, posso ancora tornare indietro, ma non lo faccio mai.
Sabbia secca, sassi sterili, serpenti solitari, suoni silenziosi, sole sempre. Sole sempre.
In questo desolante nulla, nostalgicamente abbandonato, lento come appare un aereo in cielo, trovo l’impensabile nel Gobi: segni inconfondibili di Amore.

Un piccolo cavallo mongolo lecca la criniera della sua amica e lei, giocosa, gli trotta intorno strisciando la coda nel suo mantello liscio. Io e Marco abbiamo la pelle bruciata e dura, le nostre ombre sull’asfalto sembrano di cavalieri erranti su piccoli pony carichi e stanchi. Mi accovaccio per terra per mangiare qualcosa. Due bimbe e un fanciullo poco più grande si avvicinano. Hanno corso allontanandosi dal loro magro gregge di pecore per salutarci. Il maschietto gioca al cowboy e io sorrido pensandolo già promesso sposo a una delle due pastorelle. Queste terre pur non offrendo tanto, lo faranno innamorare e quasi sicuramente sarà l’unica amica vicina di tenda la fortunata.

Riprendo la marcia, la luce è trasparente e annulla le distanze. Guardo un promontorio che sembra vicino, ma l’assenza di riferimenti mi inganna: mi serviranno due ore per raggiungerlo. Così i pensieri come sempre volano da te che sei così lontana, ma mi sembri affianco. Avverto la tua mancanza anche in questo luogo dove non c’è acqua e cibo, ma c’è vita ed energia. Ti parlo fra me e me mentre un cammello mi attraversa la strada; come a leggermi nel pensiero raggiunge il branco, ha bisogno del conforto del gruppo. Mi dondolano affianco per un po’, guardandomi stupiti e lessi, poi spariscono.

Oltre l’orizzonte tutto è magicamente azzurro, solo qualche nuvola carica di vapore per regalarci speranza e illusione. Una buffa lucertola scivola fra le ruote, un insetto rosso si riposa sulla mia spalla e una coppia di gazzelle furtive scappa oltre le dune senza lasciarsi fotografare.
Il deserto è attorno a tutto ma non mi spaventa più. Lo corteggio sudato e assetato di giorno, infreddolito e stellato di notte.

Poi pianto la tenda e durante il tramonto lungo, ti scrivo una lettera. Il mio messaggio entrerà in una bottiglia vuota di vodka siberiana. Ti appoggerò nel letto di un fiume in secca, tutto ghiaia e ciottoli. Aspetterà l’inverno questa lettera e la neve abbondante. In primavera poi la neve si scioglierà e rivoli d’acqua, dalle montagne mongole, scenderanno fino alla valle ora arida e vuota. La forza dei flussi abbraccerà questa bottiglia e nuoterà fino al grande fiume per tuffarsi nell’oceano Pacifico oltre la Kamchatka. Un’onda forte ti farà navigare nel tempo e nello spazio e le parole di un amore nel deserto arriveranno a te.

Il deserto ha bisogno dell’illusione dell’acqua così come la vita dell’illusione dell’amore.

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