Pura Vida Costa Rica! È questo il motto del paese, ma è anche il saluto più usato. È un inno alla vita forte come il sorriso dei costaricani, sincero come la loro cordialità, invidiabile come il loro benessere economico abbastanza diffuso. Viaggiare sulle sue strade è un piacere. Il cielo di Gennaio è azzurro e il sole invita a tuffarsi nelle acque spumose del Pacifico.
Mi sento bene e anche un po’ più vicino a casa grazie ai tanti italiani che incontro. Stefano è un trentenne sardo, che dopo dieci anni di lavoro a Londra sta cercando il suo posto qui, perché dopo una vacanza di due settimane non riesce più ad andar via.
Daniela e suo marito piacentino gestiscono un ostello a Playa Samara. Sono genuini e ospitali anche con me, nonostante non sia un loro cliente, ma un povero vagabondo che pianta la sua tenda in spiaggia. La vita qui è cara e così torno a campeggiare qua e là, gratuitamente.
Sono in compagnia anche di alcuni amici italiani che sono venuti a trovarmi. Con grande generosità e spirito di adattamento provano a fare la mia stessa vita per alcune settimane. Al principio restii alla bicicletta e alle scomodità della tenda, poi si sono fatti contagiare dalla potente alchimia di questo rivoluzionario mezzo a due ruote. La bicicletta e una tenda sono un’infuso di libertà, di allegria, di sostenibilità.
I costaricani mi piacciono, anche perché non chiamano più gli stranieri Gringos, ma si rapportano con noi in maniera paritaria. Sono orgogliosi di ospitarci in mezzo alle loro ricchezze naturali. Dopo tanto tempo mi ritrovo in una nazione dove il buon governo è riuscito a creare prosperità e felicità. Non ultima la scelta politica di non costituire l’ esercito, ma di investire quel denaro nell’educazione.
Bravi mi vien da pensare. Pura Vida Costa Rica.