Salutarsi in una stazione degli autobus, velocemente, l’autista vuole partire, il suo orologio non ha tempo per la nostalgia, i suoi orari non prevedono saluti all’italiana malinconicamente romantici.
Una bici degli anni 80 vecchia come me, come noi, parte con te, caricata di fretta tra zaini e giapponesi. Non ti vedevo da due anni e l’unica promessa che ci strappiamo con il magone in gola è di non aspettarne altrettanti prima di rincontrarsi.
Quanto si cambia in due anni? O forse quanto si rimane uguali?
Mi stupisco a non riconoscerti mentre parli una lingua che non sapevo conoscessi così bene, un portoghese con l’accento giusto, un francese con la “erre” morbida così lontano dalla nostra MADRE lingua.
Non mi meraviglio nel riconoscerti dalla tua risata contagiosa, dal tuo sudore nei vestiti, dalla tua lentezza disinteressata.
Sono più grande di te, ma ormai c’è chi ci direbbe coetanei. Ci ritroviamo in Australia dopo un mio anno di Asia e un tuo di Africa e il sapore è quello di un incantesimo, di una magia. Non c’è il tempo di raccontarsi tutto, ma ci proviamo lo stesso. Vengono fuori aneddoti, storie di viaggio, racconti di crescita professionale, amori appena accennati e nuovi amici. Non eravamo insieme in questo periodo ma una alchimia particolare ci suggerisce le note che mancano, le note non suonate a quattro mani.
Ora si torna alle nostre vite, basta un aereo per ritrovarsi a miglia di distanza o un colpo di pedale per sentirsi di nuovo soli. Forse sono triste perchè sei ripartito o forse no. Piango perchè sono felice, ho il privilegio di averti e la sfortuna di doverti aspettare ancora.
A presto Bros.. Buon viaggio
GRAZIE AMORI MIEI DI VOLERVI COSI’ BENE. UN BACIO