Che cosa ci fai qui?
Il deserto mi ha detto che sei appena entrato da queste parti. Che pensi di immergerti nel suo silenzio, trovare la pace e pulire la tua anima.
Povero illuso. Io non ti farò sentire nessun silenzio e non troverai nessuna pace. Io sarò la voce che sentirai senza tregua.
Io sono il Vento.
E per quaranta giorni sarò il tuo Signore. Sergente. Carceriere. E tu sarai il mio cane. Servo. Puttana.
Soffierò contro di te e sibilerò al tuo orecchio senza sosta, finché confonderai la notte e il giorno. Sarai così stremato che la notte non troverai sonno, e di giorno ti si chiuderanno gli occhi mentre sarai in strada. Ti metterai in marcia al buio pensando di cogliermi nel sonno, ma io sarò già lì sveglio ad aspettarti, a bisbigliarti nelle orecchie:
Che cosa ci fai qui?
Questo non è il tuo posto. Questo non è un posto per gli umani. Se lo fosse, ci sarebbero fiumi e alberi. Questo è un posto di morte. Non vedi? Non ci sono più arbusti e nemmeno cammelli: pensi di essere più tenace di queste creature?
Che cosa ci fai qui?
Ti senti troppo sapiente per le genti che hai lasciato sotto di te, troppo saggio per quelle che troverai sopra, così non hai dimora. E pensi di trovarla qui? Qui non sei il benvenuto.
Ti senti migliore degli altri? Perché hai viaggiato pensi di conoscere il mondo, credi di dominare le sue leggi e capire le sue genti? Tu non sei meglio di nessuno. Tu sei un minuscolo e aberrante concentrato di tutto lo schifo che hai visto in giro per la Terra. Sei egoista, incoerente. Hai corrotto e hai tradito. Sei un essere inutile e insignificante. Ti fingi umile, ma trasudi arroganza e saccenza. Ti credi giusto, ma sei pretenzioso e inclemente.
Io ti insegnerò il vero significato di umiltà e giustizia: io sarò con te esigente, inflessibile. E ti piegherò. O pensi di essere invincibile?
Appena alzerai la testa ti darò schiaffi così forti che tornerai ad abbassarla offeso. Stringerai le labbra per chiudere la rabbia dentro di te, ma mi troverai anche lì, sarò sabbia e polvere tra i tuoi denti. Quando ti guarderai penserai che quel corpo asciutto, quel fascio vibrante di nervi, sia ormai pronto per sfidarmi. Allora io ti colpirò più forte e tu tornerai a strisciare. Dove sono i tuoi muscoli? Quelle gambe non sono fatte per il deserto. Torna tra i tuoi libri, quella è la pace che fa per te.
Qui non troverai pace. Tutt’altro. Bestemmierai Dio e lui non ti sentirà, perché nel deserto non c’è nessuno, neanche dio. Ti sentirò solo io e riderò di te. Discuterai con te stesso, lotterai contro i tuoi nemici e contro i tuoi amici. Litigherai con tuo fratello, arriverai a volerlo colpire al viso. E potrai farlo, io non lo dirò a nessuno.
Perché il deserto è violento e cieco.
Sferzerò il tuo volto fino a sfibrarti, il tuo sputo ti tornerà indietro, ti piscerai nei piedi. Metterò sabbia nel tuo pane, scalderò l’acqua che berrai. Il mio alito torrido nelle tue orecchie ti ridurrà in un vigliacco, arrendevole. Renderò i tuoi pensieri ebeti, resteranno solo i tuoi fantasmi, te li porterò dall’altro lato del pianeta, li vedrai strisciare sulla strada verso di te, ti attanaglieranno come serpenti, come macigni ti tireranno indietro.
Quando la sera arriverai con una schiuma bianca attorno alla bocca e ti darò un momento di tregua, ti salirà un magone in gola per la commozione. Ma io ti stringerò al collo e le lacrime non sapranno uscire. Perché qui non si piange, il deserto non è fatto per i deboli, per quelli come te. Torna indietro, lo dico per il tuo bene.
Che cosa ci fai qui?
Sei venuto a metterti alla prova? A chi lo vuoi dimostrare? Al deserto? Lui se ne fotte dei tuoi buoni propositi. Lascia perdere. Tu non sei all’altezza di questo infinito, non saprai addomesticarlo, la verità è che non sai domare neanche te stesso. Tu sei schiavo dei tuoi istinti, succube della tua pigrizia. Vagherai col perenne timore di non arrivare alla meta, di non avere abbastanza acqua. La paura ti farà da padrona. Spoglierò le tue debolezze, le appenderò davanti ai tuoi occhi stanchi e tu te ne vergognerai. Come puoi pensare di essere di esempio per qualcuno?
Che cosa ci fai qui?
Il deserto non è casa tua. Non è casa di nessuno, non ha indigeni, sono tutti stranieri, di passaggio. Ma tu sarai straniero anche per gli stranieri. I militari ti tenderanno la mano, ma non ti daranno un tetto. Ti manderò amici che ti offriranno ospitalità, ma poi ti trufferanno. Non conoscerai donna qui, non ne sfiorerai neanche la mano. Perché qui non ci sono donne, né amici.
Saremo solo io e te. Ma io sarò invisibile, enorme e potente, e tu sarai una nullità alla mia mercé.
E quando soccomberai, perché tu soccomberai, tremante poserai un ginocchio a terra in segno di resa.
Soltanto lì avrai toccato il tuo limite.
Lì ti farò ascoltare il silenzio e ti farò trovare la pace.
Allora potrai abbracciare tuo fratello e ti lascerò piangere.
Solo alla fine del deserto. Non prima di allora. Non certo adesso.