Mi ritrovo spesso a ricordare la persona che ero prima di questo lungo viaggio. A quei tempi, non ancora trentenne, mi piaceva avere un’opinione su tutto, un pensiero critico e sovente categorico. Al romanticismo prevaleva in me il razionalismo. Ero testardo e troppo sicuro del mio modo di pensare.
Che lo si voglia o no, la strada ci cambia e i mille incontri casuali ci offrono un modo di ragionare differente. La ragione propria scricchiola dinanzi al terremoto dei punti di vista altrui.
Pedalando per il deserto costiero peruano verso le linee di Nazca, ne ho avuto un’ennesima testimonianza. Più di duemila anni fa, le popolazioni preincaiche di Nazca, hanno tracciato nel suolo lunghissime linee. Questo almeno è quello che si vede dal basso: solo delle linee informi. Dall’alto di una collina, o dal finestrino di un aeroplano, queste linee prendono vita fino a diventare immagini giganti di animali, fiori o forme geometriche. E` quasi una magia perche’ già allora avevano compreso che non esiste una unica visuale o un solo pensiero, ma semplicemente diverse angolature per guardare le cose.
A Lima poi, capitale da undici milioni di abitanti, questa attitudine al ragionare secondo differenti modi di vedere è pane quotidiano. Lima è un corpo con due anime. La prima è un’infinita distesa di quartieri popolari, non pericolosi ma vivaci. Qui sono venuti a vivere i peruani in cerca di fortuna, in case di terra e lamiera, fra mercati brulicanti e strade terribilmente rumorose. Al centro c’è la seconda Lima, minoritaria per popolazione, ma non per potere economico. E’ la Lima benestante arroccata in pochissimi quartieri centrali. Il ghetto qui sembra proprio quest’area rigogliosa di business e movida, ghetto perchè espressione del diverso, che è appunto l’essere ricco.
L’io di un tempo avrebbe definito questa violenta duplicità come stonatura, come errore della società. L’io di oggi invece prova con fatica ad essere più cauto. Cerco di far armonizzare i miei preconcetti con le ragioni del mondo, che seppur a volte incomprensibili, devono avere da qualche parte un perchè e una ragione superiore.
La strada davanti a me è ancora lunga. Devo continuare ad alleggerirmi per raggiungere quell’ invidiabile traguardo che è la completa accettazione degli infiniti punti di vista altrui.