Pedialiamo, pedaliamo e sudiamo da 3 mesi.
Talvolta percorriamo strade senza senso se non quello di avanzare, procedendo verso una nuova meta, l’ennesima casella da scoprire.
I nostri amici ci spronano con commenti via Social: ad ogni foto pioggia di like, chi ci chiama “grandi”, “mitici”, c’è chi è fiero di noi e della nostra avventura, chi vuol sapere dove siamo, come stiamo.
Ovviamente ne siamo compiaciuti, la nostra vanità ed egocentrismo ne vengono ripagati, mi sembra veramente di star partecipando a qualcosa di speciale, di esser vicino all’unicità a cui tutti un po’ aspiriamo! In realtà altro non facciamo che pedalare ed arricchirci, di bellezza ed umanità.
Poi in un ennesimo giorno speciale, memorabilmente duro e feo, tutto il mio pedalare mi apparve totalmente privo di senso.
Mi trovavo li in sella a sperperare energie e spergiuri, mi osservavo infreddolito nel mio sudore e non vidi alcuna traccia di extraordinarietà, nulla di vagamente eroico.
Così continuammo ad arrancare tra il fango della strada, il freddo della pioggia ed il grigiore della salita, strisciando nella disperata rincorsa alla prossima meta mentre sprofondavo in me stesso, annegando in quell’immane inutile fatica.
Prima di sera arrivammo a Cutervo, cinque fantasmi a cavallo di ronzini infangati, ma appena ci fermammo il mondo tornò a colori, vivo e meraviglioso!Chiunque passasse di lì ci salutava riempiendoci di benvenuti calorosi, i ragazzini si avvicinavano mentre le madri ponevano domande che i loro bimbi, curiosi ma timidi non osavano farci. Dopo alcuni minuti e vari volti, Giovanni torna dalla rituale ricerca di alloggio…
Avremmo preferito una doccia caliente, camera spaziosa e letti comodi, ma in certe situazioni gli agi spariscono in secondo piano, soprattutto quando una bambina di dieci anni viene ad offrire una stanza a casa dei nonni!La serata fu un Red carpet del Perù nei nostri confronti e quella ragazzina, tale Eveline, fu la mia chiave di volta per comprendere il nostro viaggio, il loro aprire porte e sorrisi a cinque fantasmi stranieri cambiò totalmente il mio concetto di eroismo, mettendomi ai piedi di quella montagna di coraggio di trenta kg scarsi.
Il giorno seguente di nuovo in sella alla mia bicicletta, con corpo e mente risanati, ed un paio di occhi nuovi, ripercorsi mentalmente la strada fatta e ne rimasi stupito nel constatare il numero di eroi incontrati!
Mi riaffioró il volto di un hombre con vestiti da lavoro logorati e andatura storta di chi ha passato i suoi giorni sotto il peso di sacchi carichi, che ci regaló grenadille a metà di una salitaccia. Ricompaiono le banane regalate in più occasioni, limonate fresche mentre riparavamo una bicicletta sotto il sole, gli innumerevoli incoraggiamenti e consigli, i caffè ricevuti come benvenuto e l’acqua come benedizione.
Mi investe un fiume di gratitudine che inonda cuore, cervello e straripa dalle vene.
Ogni singolo gesto ricevuto é un iniezione d’energia, una supernova nell’anima, una secchiata di gratuità forse immeritata.Ecco cosa metterò nelle borse insieme alle amicizie strette, la lezione di questo viaggio: essere eroici nel quotidiano, quando non ci sono gratificazioni e la codardia risulta più vantaggiosa.
Essere eroici nel piccolo, nel creare famiglie sane e relazioni oneste senza maschere, con amici e sconosciuti.
Essere eroi a 360 gradi nella diversità, lontano dai riflettori e disinteressatamente, giorno dopo giorno con costanza ed umiltà.
Si haces un favor, nunca lo recuerde
Si recibe un favor, nunca lo olvide