Suona la sveglia ad un orario insolito, è l’una di notte e tre ore di sonno non sembrano abbastanza. Una jeep ci sta aspettando per portarci verso la vetta del Kawah Ijen, il vulcano più spettacolare dell’isola di Java e questo pensiero accompagnato da una tazza di caffè indonesiano ci fa balzare in piedi. La strada è deserta e i tornanti incominciano ad aggrovigliarsi su se stessi, salendo a vortice come una scala a chiocciola di terra battuta.
Arriviamo al campo base a notte fonda e sopra i mille metri fa fresco anche all’equatore. Ci aspettano qualche chilometro a piedi in un sentiero tortuoso sul versante nord della montagna, la vegetazione è selvaggia e siamo illuminati solamente da uno spicchio di luna. Il fiato si fa corto, si incomincia a sudare e le gambe nonostante le tante ore in bici si affaticano nel trekking notturno.
Siamo in cima, un costone vicino al dirupo, il buio è ancora totale e solo in lontananza una nuvola di vapore. Un passaggio fra le rocce ora ci conduce verso il basso, è quasi una caduta verso il centro della terra, verso l’epicentro dove tutto nasce e si modella. I piedi scivolano e gli occhi provano ad abituarsi a questa oscurità fumosa anche se adesso è il naso a guidarci: l’odore intenso e pungente dello zolfo ci conduce, siamo nel cratere di una delle più grandi zolfatare del mondo.
E poi il Blu e poi il Giallo.
Il blu e il giallo del fuoco, del calore, delle fiamme, del fumo. Il nero delle tenebre si trasforma in giallo e blu come un fornello primordiale, come una fornace lavica, come il sole visto da dentro. Le fotografie non rendono e le mie parole non saranno mai così intense. E’ il caldo di una sigaretta spenta sulla pelle, è il fumo di un incendio in pineta, è la luce negli occhi dopo ore di sonno, è il profumo di cento fiammiferi sotto il naso, è la sensazione della natura che comanda, è la potenza del vulcano, è la pancia del mondo.
Inizia ad albeggiare e i raggi della nostra grande stella dissolvono il fumo e vincono la cecità della notte. Come per magia capiamo dove siamo, accerchiati da una montagna conica sulla riva di un lago vulcanico termale, verde come gli smeraldi e caldo come l’acqua che bolle.
Sono tre ore che non parliamo, ci guardiamo e ridiamo con gli occhi, sbalorditi, entusiasti, anche noi parte di questa meravigliosa Natura.
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