Mi lascio alle spalle il vulcano Pacaya, maestoso, nero e fumoso. Alcuni tornanti in salita poi una discesa pericolosa e ancora vulcani davanti a me. Sono circondato da vette coniche così perfette nelle forme ma così precarie nell’anima. Il Vulcano de Fuego e il Vulcano de Agua abbracciano la città di Antigua de Guatemala regalando un senso di fragilità a questa meravigliosa capitale coloniale.
Pedalo nelle sue vie ciottolose in mezzo a ricchi palazzi spagnoleggianti e ad antiche chiese traballanti, incerte, ferite da costanti terremoti. Prima gli indio e poi gli spagnoli sono saliti in questa alta valle per sfuggire al calore della costa, pagando con la vita ad ogni brontolio dei vulcani circostanti. Esco da Antigua arrampicandomi su una vecchia mulattiera di terra rossa. I pendii ripidi sono stati domati dalla mano laboriosa dell’uomo. Piantagioni di caffè, di mais e di fagioli mi accompagnano per chilometri, fino a superare i duemila metri. Dall’alto di canyon profondi intravedo in lontananza il lago di Atitlan. Sono stanco, sporco e affamato.
Mentre prendo fiato appoggiato chino sul manubrio della bici, un uomo si avvicina offrendomi ospitalità. Il suo nome è Caesar. Ha una cinquantina d’anni e il suo sorriso è caldo come la sua pelle mulatta, e la sua stretta di mano vigorosa da uomo che lavora la terra. Conosco così la sua famiglia e i suoi cinque figli educatissimi e svegli. Gioco un po’ con loro mentre Reyna, sua moglie, impasta la farina di mais per preparare le tortillas. Come molti guatemaltechi sono cristiani e la loro fede mi pare oltremodo sincera. Loro mi raccontano il Guatemala mentre mangiamo riso, fagioli e tortillas. Io li faccio sognare un po’, vogliono sapere di Roma, del Vaticano, del Papa. Mi guardano con occhi spalancati e la bocca aperta mentre provo a descrivergli la vista di Roma dal tetto di San Pietro o l’emozione di entrare nella cappella Sistina.
Vado a letto sereno, grato di quanto sto ricevendo ma anche felice di questo scambio. Il Mio Viaggio, che diventa il loro Viaggio ed ora è il NOSTRO VIAGGIO.