Il vento è un nemico ostico. L’aria che si muove a velocità folle non ha ostacoli nello spazio aperto del brullo Gobi, terra sterminata e incolta, assolata e stepposa. Non un albero, non una costruzione, niente barriere.
Puntini in movimento, siamo in balia della corrente che soffia forte da nord-est o da nord-ovest, portando con se il fresco siberiano.
Vento ostinato, contrario o laterale, fastidioso e rumoroso. Vento che forma folletti, piccole trombe d’aria che sollevano polvere, sabbia ed erba secca. Aria che scompiglia le criniere dei cavalli aggiungendo eleganza al loro trotto. Aria che fa bestemmiare, che picchia la faccia, ma che lascia indifferente il cammello, con il suo fare menefreghista e quel suo puzzo acido tremendo. Quando la tempesta infuria in lontananza, il vento inizia ad impazzire, volteggiare, girarci attorno e anche il falco sembra in difficoltà. Cadono alcune gocce d’acqua o uno scroscio violento, forse quel poco di pioggia che basta alla sopravvivenza della bassa vegetazione.
Vento che secca il terreno, vento che screpola labbra e pelle. Vento che porta via le lacrime per ricordare che qui non si piange, qui si suda e ci si asciuga in un secondo. I pochi abitanti di questa inospitale parte di mondo sono costretti a costruire le loro tende in forma circolare per evitare scomodi effetti vela. Vicino a loro troviamo rifugio nelle notti stellate perché come animali ci viene naturale stare vicini per difenderci dalla bufera. Sembra impossibile proteggersi da questa piaga, forte e allo stesso tempo sottile, è difficile trovare un riparo.
Ma come per magia, ad un tratto la burrasca si ferma, ed insieme ad un tramonto tardo, godiamo del silenzio e della pace che solo un deserto può avere. Ci perdoni la gente di mare ma a noi la bonaccia piace, marinai di terra, non traiamo vantaggio dai venti di bolina, non laschiamo la randa ne cazziamo il genoa. A noi, lupi di deserto, è concessa solo una direzione. Solo quell’alito da sud, brezza calda e silenziosa, spinge le nostre barchette a pedali fuori da questa spoglia regione. Ed è allora che Eolo diventa l’amico più lieto.