Istanbul, una stanza d’albergo, un’immensa cartina di tutta la Turchia piegata a metà sul cuscino. Una finestra aperta fa entrare una manciata d’aria che muove appena la tenda. Fuori è buio, la luce sopra al letto illumina a mala pena il foglio. Il mio fedele amico dorme nel letto di fianco. Nelle mie orecchie ancora il canto dei minareti, nella mente le sensazioni di oggi sulla torre dei Genovesi, alta sopra Istanbul, da cui puoi abbracciare tutta la città. Sì può vedere la fine di un continente e l’inizio di un altro. E’ stato un momento particolare: guardando l’Europa la memoria tornava a casa, tornava a Ravenna, tornava alle persone a cui voglio bene e all’affetto che ho per la mia città, che è la mia casa.
Guardando l’Asia invece iniziavano a partire i sogni e dentro la testa un susseguirsi di domande. Dove andiamo? Cosa ci aspetta? Chi incontreremo? Fino ad oggi, dopo quella domenica di metà febbraio, ho avuto tanti momenti di riflessione, ma davanti ai miei occhi si presentava sempre l’amore per casa mia.
Oggi per la prima volta ho sentito una cosa diversa, ho realizzato che quel ponte che collega l’Europa con l’Asia non è solo l’attraversamento di uno Stretto. Quel ponte diventa un Filo Sottile che ci tiene attaccati a casa, perchè un filo sottile è quello che dovrà rimanere per sentirsi veramente in viaggio.. Ma dovrà rimanere..
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cari amici è forse quel filo sottile,la prima vera frontiera che attraverserete.Potreste forse vivere quel filo sottile come il cordone ombelicale che dovrete per forza recidere per poter iniziare il vero viaggio.In fondo che cosa’é la vita se non il viaggio? Siate fiduciosi, anche in natura il cordone ombelicale si recide materialmente,ma la forza che da’ rimane in eterno.Quel filo sottile portatevelo dentro come un filo di Arianna vi riportera’ al punto di partenza. buona fortuna sempre
Ti amo fratellino..io mi sono stretta con un nodino a quel filo e giro con te…mi piace dove mi porti!grazie…
Che bello tutto questo.
Non è un filo sottile è GROSSO, GROSSISSIMO,TRASPARENTE ma INDISTRUTTIBILE!
Un grande abbraccio.
Vai Ragazzi vai ragazzi!!
che cos’è il viaggio se non l’inizio del ritorno verso casa. vi penso sempre
Prima di partire hai scritto che ci avresti stupito,ebbene si’mi hai stupita e commossa.Scrivi sempre,anche solo un pensiero fugace. Le parole che restano te le ritroverai sempre.L’albero cresce a meraviglia(notizia di servizio).Buona fortuna sempre!
Dopo aver pedalato in lungo ed in largo per tutta l’Irlanda, uno dei pionieri del bike touring del quale ora non ricordo il nome ad un amico che gli chiedeva quale fosse stata la cosa migliore del suo viaggio, senza esitazione rispose: “ma che domande, la bicicletta ovviamente”. I paesaggi cambiano, uno piu bello dell’altro. I monumenti del ed al genio umano pure. La bicicletta sempre presente sotto di te, a volte al tuo fianco, ti chiede il meglio si te ma ti da il meglio di te
Ride the rainbow. Angelo
Istanbul,quello che raccontate fa sognare, di essere in quella città,un pò magica,una realtà tanto diversa dalla nostra,un altro mondo, l’occidente e l’oriente, ed è un messaggio che deve abbattere, per forza, l’ostilità, quando c’è, verso il diverso da noi. e fa sognare di vivere un’altra esperienza bella quanto la vostra. ragazzi, grazie del sogno!
Giovanni!
ricordo bene quando ci siamo incontrati davanti al Fargo e mi hai raccontato la vostra idea pazza di fare il giro del mondo in bicicletta!
Ebbene, vedo che ce l’avete fatta! complimenti ancora! sarà un’esperienza incredibile!
ci vediamo tra 5 anni a Ravenna!