Ti muovi sempre, poi ogni tanto arrivi da qualche parte. Ti chiedono: chi sei tu forestiero?
Che identitá dai quando ti presenti? Puoi essere tu, puoi essere un altro. Chi hai voglia di essere? Essere te stesso sembra la via piú normale, ma non é sempre la piú facile. Non é immediato spiegare la tua scelta, quella di aver lasciato tutto per partire. Non é facile spiegarlo a chi non ha niente da lasciare.
Da dove vieni é la domanda che ti mette in crisi. Da dove sono partito ieri? Da dove sono ripartito tre mesi fa? Dove sono nato, dovrei rispondere forse? La vera domanda non é da dove vieni , ma quale é la tua lingua madre.
Quanti anni hai fa eco con quanti me ne dai. Il passaporto dice 33, lo stupore é quello di un ventenne, le rughe di un uomo di 40. Mi sembra di averne un po’ di piú comunque , di quelli che ho.
Io, solo in mezzo a sconosciuti. Consapevole di me e tutti noi inconsapevoli gli uni degli altri. Siamo come maglie di una catena rotta, non sempre calziamo, non ci incastriamo ad ogni porto. Ci sfioriamo e ripartiamo. Siamo alberi senza radici. Sono una foglia al vento, polline a primavera, barca alla deriva. Sono estraneo anche a me, ignaro di chi saró domani.