La sabbia scricchiola sotto i piedi come quando cammini sulla neve. L’oceano pacifico circonda l’isola di un celeste cristallino. Sotto l’ombra di un pino dalla chioma rada mi fermo a pensare. Torno indietro a dodici mesi fa e il ricordo del saluto agli amici e del profumo nuovo di eucalipto è l’inizio di un anno che mi sembra ormai fin troppo lontano. E’ stato un anno trascorso quasi interamente in Australia, da ovest ad est e da nord a sud. Un anno di incontri speciali e di deserto. Un anno di vento e chiacchiere attorno al fuoco. Un anno di sole, tenda e natura incontaminata. Un anno in cui ogni giorno di bicicletta è stata una piccola impresa. Un anno di mosse a scacchi e letture.
Il duemilaquattordici è stato speciale da quando è nato fino ad oggi che silenziosamente sta lasciando spazio ad un nuovo calendario. Rimarranno molte persone perché loro, stando vicino a noi, hanno lasciato un segno, che sia un piccolo graffio o un tratto indelebile. Trecentosessantacinque giorni che torneranno per le emozioni ma che cambieranno nei contenuti. E’ stato l’anno di una amicizia fraterna con cui condividere tutto. L’anno che più di ogni altro devo dire grazie per essere vivo e per sentirmici.
Credo che sia avvenuto in me un cambiamento, se pur lieve, un miglioramento sulla via per diventare un uomo e un passo sul sentiero che mi porta a rimaner bambino, a prendere la vita come un grande gioco. Sigillo questi mesi e li ripongo nella libreria dei ricordi e il giorno che tornerò a sfogliare le cartelle della memoria rivedrò i sorrisi e la felicità di un mondo che cambia, si evolve, impara, ma che infondo rimane sempre lo stesso.
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