Il viaggio ci sta insegnando. Ci sta insegnando l’umiltà di un modo di vivere povero e un po’ sporco. Ci sta insegnando a ridere sotto la pioggia o quando la marea entra in tenda. Ci sta insegnando a non avere paura della persona sconosciuta dall’altra parte. Ci sta insegnando a rallentare, a tornare indietro, a tornare alla natura. Ci sta insegnando ad alleggerirci di cose materiali e di arricchirci di esperienze.
Ci sta insegnando a leggere e seguire i segnali che l’universo ci invia. Prima di partire per questo viaggio non sapevo che avremmo imparato questo. Speravamo ci cambiasse e sotto certi aspetti ci sta riuscendo alla grande. Sapevamo che sarebbe stato difficile fermarsi e credo che infondo se si inizia a viaggiare non ci si possa più trattenere quietamente e si continuerà ad andare anche da fermi.
Io sono Marco. Ora io resto, faccio una sosta. Una amica mi ha chiamato cascata ghiacciata, acqua che sembra impossibile bloccare ma che d’inverno diventa una spessa lamina di ghiaccio e che a primavera tornerà a scorrere e a fare rumore. Diciamo che cambio strada, intraprendo un altro viaggio, diversamente bello, diversamente difficile. Il mondo mi ha indicato una via diversa e io la voglio percorrere. Il Magio Bike Tour non finisce. Diventa la storia di un viaggio che diventano due viaggi. Quello di me e Sheena, la storia di un amore iniziata in Vietnam e consacrata in Canada; e poi quello di Giovanni in bicicletta, un pellegrinaggio in solitaria, impresa ancor più valorosa e più ricca di esperienze, incontri e storie.
Giovanni è il mio amico di sempre, un fratello. Siamo cresciuti insieme fra scuola, partite a pallone e viaggi, ci conosciamo profondamente. Ormai più di tre anni fa mi chiese di seguirlo per il giro del mondo e istintivamente gli dissi sì, gli dissi che gli avrei guardato le spalle, l’avrei protetto. Da quel giorno sono passati 40000 chilometri, mezzo mondo fianco a fianco, ruota a ruota. Non abbiamo mai discusso e anche se diversi di carattere ci siamo aiutati ad addolcire gli aspetti più estremi del nostro essere. Ora, all’incrocio fra Canada e Stati Uniti ci salutiamo. Un saluto difficile ma ricco di eccitazione per quel qualcosa di nuovo che sta per iniziare. Perché noi siamo fatti cosi, ci piace vivere nella turbolenza delle emozioni. In quel vortice di sensazioni, noi continuiamo a viaggiare.