E poi si rallenta un po’, quasi fino a fermarsi qualche tempo. Sono trascorsi sei mesi dalla nostra partenza in Piazza del Popolo e un poco ci sentiamo diversi. Arrestarsi una settimana, un mese, fa parte del viaggio, ne è parte fondamentale, serve per ripercorrere con la testa la strada vissuta e i fatti accaduti, per dedicare un pensiero alle persone incontrate e ai paesi ormai lontani.
Parcheggiare la bici per alcuni giorni mi fa pensare al buon scudiero che conduce il cavallo nella stalla sicura, lo nutre e lo fa riposare come per ringraziarlo del viaggio fatto insieme. Io e Marco come porto felice dove porre l’ancora in questo caldo agosto asiatico abbiamo scelto la Thailandia e una sua isoletta che ha il profumo d’Europa, dalla movida spagnoleggiante e l’accento parisienne.
Dopo le impegnative pedalate nella vallata del Gange indiano, la nostra mappa ci ha condotto nell’affascinante Nepal. Nella nazione più alta al mondo, abbracciata dai monti Himalayani siamo rinati, siamo tornati cicloturisti, perchè ogni vagabondo in sella alla bici si sente volare solo quando si arrampica in salita e si tuffa in discesa. Il mio Nepal è la terra dei sorrisi, i sorrisi della sue persone felici, i sorrisi degli occhi profondi di Buddha. La sua gente mi sembra abbia compreso meglio di altri il segreto e mistico legame che unisce la natura all’uomo, tentando ogni giorno di vivere gli uni al servizio degli altri, nel massimo rispetto della madre terra simboleggiata qui dalle alte vette innevate.
Le risaie del Nepal meridionale sono il preludio di una terra che via via diventa più selvaggia, con torrenti in piena e sentieri verticali, altipiani ventosi e laghi d’alta quota. Ma se è la natura l’indiscussa protagonista, a me, nomade innamorato degli uomini, sono i magnifici templi Induisti e Buddisti a lasciarmi senza fiato e con tanti sogni. E ancora una volta riscopro la mia ignoranza e piccolezza dinanzi a queste religioni così grandi e così complesse. Mi inchino entrando nelle dimore sacre e come ogni uomo dai tempi dei tempi continuo a pormi domande… e intanto in questa Thailandia buddista la prima risposta arriva: io credo nell’Uomo, in tutti gli Uomini che ancora “pedalano insieme” coltivando l’Amicizia e l’Amore in qualsiasi forma si manifesti.
Buon viaggio anche a voi.
Giovanni e Marco